La Mille Miglia 2018 non è ancora partita ma ha già iniziato a regalarci tante emozioni. Lunedì abbiamo incontrato Francisco e Humberto, due piloti messicani che ci hanno contattati qualche tempo fa perché alla ricerca di un “equipaggiamento di stile” adatto all’atmosfera elegante ma anche adrenalinica della “corsa più bella del mondo”, a cui parteciperanno per la prima volta quest’anno a bordo di una straordinaria Lancia Aurelia B24 Convertible del 1956.
Il ritiro dell’auto è stata l’occasione ideale per conoscerli dal vivo, consegnare le borse e gli accessori da viaggio, i guanti driver e la sciarpa The Portrait che hanno richiesto (abbinati ai colori dell’Aurelia, si capisce) e farci raccontare cosa li ha spinti a fare tanta strada per unirsi alla Freccia Rossa.
Oltre 12000 miglia di volo dal Messico all’Italia, per percorrerne altre Mille su un’auto d’epoca. C’è un motivo oltre alla passione?
Per bellezza e per intensità, la Mille Miglia offre sempre fascino e insegnamenti rari che vengono dalla natura, dalla ricchezza degli scenari, dalle vite interessanti dei piloti e copiloti che vi partecipano. E dalle automobili, naturalmente. La Mille Miglia è simbolo di eccellenza italiana in tutto il mondo.
Un equipaggio unito innanzitutto da un’amicizia?
Sì, certo. Siamo due amici con un mestiere, degli interessi e origini in comune: entrambi architetti, figli di architetti, messicani e a bordo di una stupenda Lancia Aurelia del 1956.
Ma dov’è nata questa passione condivisa per l’automobilismo e per l’Italia?
Francisco "Pancho" López Guerra: Io l’ho ereditata da mio padre, che è mancato quando avevo solo 15 anni. Era un uomo sempre circondato da amici e soci d’affari italiani, come Rino Ricossa, il mio padrino; Piero Taruffi, che corse la Carrera Panamericana e, arrivato in Messico col suo go-kart, pranzava sempre nella nostra casa a Cuernavaca; o il Commendatore Orlando Crotti, che una volta mi ha accolto a Portofino come un adorato figlioccio.
La Mille Miglia è stata un tema ricorrente nella mia vita, e ora sono tanto appassionato che fa parte anche del mio lavoro. Ma partecipare alla gara è anche un modo di onorare la memoria di mio padre. Due generazioni - padre e figlio - saranno unite in un progetto in cui l’esperienza è il contenuto e la natura il contenitore. Proprio come in un’architettura...
Giusto, perché in un’automobile d’epoca il design è tutt’altro che secondario...
Humberto "Tinaco" Artigas: Anche io sono un appassionato di corse e figlio di un grande architetto e pilota. Mio padre ha amato la raffinatezza e meccanica delle auto inglesi al punto da arrivare ad avere una delle più importanti collezioni di Jaguar al mondo.
Io ho ereditato la sua stessa passione per le classiche, insieme a quella per l’architettura. Ho iniziato al suo fianco, imparando da lui a respirare l’aria dello studio d’architettura e apprendendo il “saper fare” come fa un abile falegname o ottimo viticoltore: osservando il Maestro. Credo che siano le qualità artigianali e i dettagli a rendere un’architettura interessante e un’auto iconica: ed è questo che amo nelle auto degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Gli anni del cambiamento.
Guiderete un’auto classica nata in Italia... Qualcosa in particolare vi lega allo stile italiano?
Francisco "Pancho" López Guerra: il quadrifoglio è il simbolo della mia vita. Aver perso mio padre, e poco dopo anche mia madre, tanto presto mi ha insegnato quanto possono essere rudi e dolorose le avversità. Poi un giorno ho ritrovato proprio un Quadrifoglio tra gli oggetti di mio padre, che possedeva un’Alfa Romeo ed è stato tra i primi a incoraggiare l’import del marchio in Messico. È stato come un segno.
Più tardi ho scoperto la storia del grande pilota italiano Ugo Sivocci. Fu lui a chiedere per primo di dipingere un Quadrifoglio verde sulla calandra della sua auto prima di una competizione. Quando morì, in suo onore, la casa automobilistica italiana ha adottato il quadrifoglio come segno di riconoscimento dei suoi veicoli sportivi ad alte prestazioni. Il Quadrifoglio mi ricorda che per vincere qualunque competizione è sempre necessario un sacrificio in più. Ed è quello che cerco di fare sempre.
Gentleman, è stato davvero un onore conoscervi e sarà un piacere vedervi arricchire la storia della Mille Miglia con le vostre storie, memorie, emozioni, ispirazioni, visioni personali.
Buona gara caballeros!
Photo credits: Federico Bajetti per The Outlierman © 2018
4 commenti
it’s still beautiful after the more than 30 years of restauration
Hi Marco,
the quadrifoglio is related to the passion of Francisco related to Alfa Romeo and the fact that his father and also himself is an Alfista. The Lancia Aurelia has been used just for the 1000 Miglia.
Thank you, Andrea – The Outlierman team
at the end of the interview .. what does the four-leaf clover (or “quadrifoglio”.. symbol alfaromeo) with a LANCIA ??? Lancia is a brand of much higher level and class! Aurelia is a marvelous car technically above of any alfaromeo!
I love that Lancia, what a beauty
Wish good lock to the Mexican arquitects and Friends at the Mille-Miglia